Genny ha sedici anni e lavora in un bar dalle parti di via Toledo; gli piace giocare a pallone e fare il buffone sul motorino. Perché, dicono gli amici, come lo porta lui, il mezzo, non lo porta nessuno. Tania di anni ne ha quindici, va ancora a scuola e dorme in una stanza che «tiene il soffitto pittato di stelle»; le piacciono le scarpe da ginnastica rosa e i bastoncini di merluzzo. La madre di Genny «ha quarant'anni, forse pure qualcuno in meno, ma il viso è segnato da certe occhiaie scure che la fanno sembrare più vecchia»; passa le giornate a fare gli orli ai jeans: venti orli ottanta euro; ogni tanto si interrompe, prende le carte e fa i tarocchi; e ogni tanto, quando non riesce a respirare, si attacca all'ossigeno. La madre di Tania fa la poliziotta, ha un corpo asciutto, muscoloso, e vicino all'ombelico «la cicatrice tonda di quando l'hanno sparata»; ed è una che se qualcosa va storto non esita a tirare fuori la pistola. Un sabato pomeriggio, in una strada del Vomero, le vite di Genny e di Tania si incrociano in modo tragico: e una madre decide di fare giustizia. A modo suo. Come già in Dieci, con quella scrittura spigolosa e incalzante che riesce, è stato scritto, «a riattivare ciò che giace inerte nel linguaggio collettivo e privato», Andrej Longo ci racconta una certa Napoli, e gli uomini e le donne che la abitano: protervi e feriti, crudeli e generosi.
Vi propongo ora una biografia privata del personaggio:scrittore, scacchista e pizzaiolo
Scrittore, Scacchista e Pizzaiolo
Andrej Longo nasce ad Ischia circa mezzo secolo fa (1959) ed ho avuto il privilegio di averlo conosciuto nelle varie vesti, novello Fregoli, che ha assunto nel corso degli anni.
Prima maestro di scacchi, specialista nel gioco lampo e memorabili sono state le centinaia di incontri che ci hanno visto protagonisti, nella pace idilliaca della mia villa di Ischia, in compagnia di altri patiti isolani delle 64 caselle: Costantino Delizia, il più bravo di tutti, anche lui, docente di matematica all’Università, d’inverno e bagnino d’estate, Antonio De Simone, preside di mattina ed accanito lettore di pomeriggio ed Antonio Tortora, il più scarso 24 ore su 24.
Andrej ha cominciato a giocare a scacchi da bambino e già a 14 anni se ne andava in giro con la tenda per l’Italia a fare tornei. Ai genitori, per rassicurarli, raccontava che partiva in compagnia di amici più grandi di loro fiducia, ma in realtà partiva da solo.
Di buona famiglia, padre architetto, sorella abile surfista, ha sempre amato la letteratura. Si è laureato in lettere al DAMS di Bologna ed a lungo ha collaborato con la RAI, con uno stipendio irrisorio, scrivendo saltuariamente testi per il teatro ed il cinema.
Poiché la cultura paga poco ha fatto svariati lavori, dal cameriere, al pizzaiolo e altri di cui è meglio non parlare, fino a quando non ha trovato la sua vera vocazione: fare il pizzaiolo. Di estate si trasferiva in Sardegna, dove chi sa fare una buona pizza guadagna poco meno di una escort e con quello che racimolava resisteva tutto l’anno.
Il suo primo libro “Più o meno alle tre” è del 2002, con un piccolo editore, Meridiano Zero, una serie di storie napoletane incardinate all’evento dell’attentato alle torri gemelle. Poi il primo salto di qualità nel 2003 con il secondo libro, edito da Rizzoli, “Adelante” che ottiene un certo riscontro da parte dei lettori e della critica.
Poi l’incontro decisivo con Adelphi, una casa editrice ideale per uno scrittore che ambisce al successo.
Per ogni libro una serie di presentazione in tutte le librerie italiane più accorsate, con famosi presentatori e con un corteo di recensioni sulla stampa, Escono uno dopo l’altro, “Dieci”, nel 2007, “Chi ha ucciso Sarah?”, nel 2009, e “Lu campo di girasoli”, nel 2011, in un misto di vernacolo e lingua del tutto originale.
Per le trame dei libri, sempre basate su una serie di racconti, legati da un filo conduttore comune, rinvio alle mie recensioni, stilate volta per volta e reperibili in rete.
Alcuni di questi libri sono stati tradotti e pubblicati all’estero: Germania, Francia, Olanda, Inghilterra e Spagna.
Dopo un periodo di quindici anni vissuti a Roma, da poco è tornato a vivere tra Ischia e Napoli ed ormai è divenuto scrittore a tempo pieno. La pizza la mangia al ristorante, niente più tornei di scacchi, ma solo qualche partita amichevole di tanto in tanto.
Andrej Longo ed Achille della Ragione |