mercoledì 21 marzo 2012

Suoni assordanti: dal mantra ai metallari

23/11/2007


Il mantra è un suono particolare in grado di liberare la mente dai pensieri, una scoperta che si perde nella notte dei tempi codificata già nell’induismo e nel buddismo. Esso consiste nella ripetizione ossessiva di sillabe, lettere o frasi allo scopo di allontanare la mente dalla realtà dei sensi e di indurre una notevole concentrazione.
Questo particolare tipo di cantilena è stato pienamente recepito dal cristianesimo, che ne ha fatto il modo migliore per raggiungere l’estasi attraverso i ritmi incessanti della preghiera. Quasi nessuno può resistere alla ripetizione maniacale per ore di un rosario o di altre giaculatorie se la cadenza è sempre uguale, martellante ed ossessiva. Se vi è poi  uno stato d’animo particolarmente predisposto è consequenziale cadere in trance od avere visioni.
Di queste originali e poco indagate proprietà della mente hanno fatto tesoro intuitivamente stregoni e generali, i primi per comandare la tribù, i secondi per mandare al macello la fanteria al suono ritmico di un tamburo.
Anche l’ipnosi induce il sonno attraverso una frase sussurrata o la visione di un pendolo ciondolante e tutti i riti magici giocano sull’estenuante ripetizione di formule e parole propiziatorie.
Una frase o anche una preghiera replicata cento volte perde, ripetizione dopo ripetizione, il suo significato originale, per trasportare la mente in un non luogo dove il ragionamento cede all’irrazionalità e dove la sensibilità subisce una prodigiosa amplificazione; è facile cadere allora in preda alla volontà altrui e rimanerne soggiogati.
L’ultima perversa applicazione di questo assemblaggio di suoni assordanti è costituita dalla musica metallica, che possiede numerosi seguaci tra giovani trasgressivi amanti del dark e dal cervello strizzato.

1 commento:

  1. Non confondere l'ipnosi con le tecniche di presa di potere della mente, perché la prima é una tecnica usata in psico-terapia,solo da chi ha appreso perfettamente i modi per ipnotizzare. La mente non subisce mutamenti e il paziente ne può trarre giovamento.


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